Continuando a seguire la progressione del libro di BP .”Scautismo per ragazzi” , si giunge al capitolo in cui lui parla di questi temi(Pagina 16 * .
A quale scout un po’ “veterano” non è capitato quello che narra BP in questo punto? Lui racconta che volle fare una minestra di piselli ed ebbe la … felice idea di mescolare gli stessi con un po’ di farina. Servita a tavola, i suoi amici furono così stomacati che non solo non la mangiarono ma costrinsero il povero “rosso” (chiamato così per il colore di capelli) a mangiarsela tutta.
Un altro episodio che certamente è accaduto a chi va da tempo al campo : la caduta per terra della pastasciutta . Quasi sempre avviene così: uno scout prende la pentola , un altro tiene lo scolapasta e tutto sembra procedere per il meglio. Tuttavia c’è un guaio : quando la pasta scende dalla pentola, emana un vapore acqueo caldissimo. Colui che tiene lo scolapasta non riesce e resistere e…….la pasta cade per terra, in mezzo alle imprecazioni dei compagni seduti al tavolo.
Nella Bibbia il cibo ha sempre avuto una valenza simbolica , iniziando dalla sfortunata Eva che non seppe resistere alla voglia di assaggiare quella stra-maledetta mela E pensare che l’Eden era pieno di frutta!(E’ evidente che tutto il racconto è simbolico e non va preso alla lettera ma che in qualche momento della storia umana ci sia stato qualcuno che ha cominciato col prenderci gusto a fare del male, non ci sono dubbi!).
Poco dopo apprendiamo che Dio stesso mangia a casa di Abramo, sotto la tenda, prima di annunciargli che Sara sarebbe diventata madre di Isacco.
Saltando dopo molti secoli veniamo al CIBO per eccellenza : il pane trasformato in Corpo da Gesù nell’ultima cena (Vangelo di LUCA 22,7-20 ) : da allora, per noi cristiani , il cibo è diventato molto più di un simbolo ma una vera presenza di Dio. Preparare bene il cibo, servirlo con amore (come ha fatto Gesù ai pescatori dopo la resurrezione) è molto più che una furbizia per stare bene al campo scout : è un dovere. Il cristiano sa alimentarsi bene, senza stravizi e capricci, ma sa anche dividere con il povero il suo cibo.
Don Bosco era famoso per la sua generosità: appena un ragazzo povero bussava alla sua porta, lui non sapeva dirgli di no e lo accoglieva, malgrado le proteste di mamma Margherita. Ovviamente, questo faceva sì che avesse sempre debiti infiniti : “navigava in un mare di debiti “. Eppure non si tirava mai indietro dal gusto di dare. Un giorno, non avendo niente per la merenda,comprò un pacco di nocciole, quelle che nascono facilmente in Piemonte e che sono alla base della Nutella. Appena i ragazzi lo videro, gli si gettarono addosso come matti : un po’ per fame e un po’ per gioco, non smettevano mai di chiedergli le nocciole: erano diverse centinaia e il pacchetto acquistato sarà stato pesante sì e no appena due chili. Ebbene: Don Bosco comincia a distribuire , distribuire, distribuire …….. i ragazzi mangiano, mangiano ,mangiano e le nocciole………non finiscono mai. Dapprima si pensa a uno dei soliti giochi di prestigio di Don Bosco ma poi ci si accorge che a giocare con loro è Dio : un vero miracolo compiuto sotto gli occhi sorridenti del Santo e le allegre risate dei ragazzi . – Davvero il cibo è diventato il segno della amicizia fra gli uomini e con Dio.
ICONA: Disegniamo una pagnotta di pane , magari circondata da alcune spighe e poniamola sopra la sede o in casa : ci ricorderà cosa vuol dire avere il cibo, saperlo conservare , cucinare e donare a chi non lo ha. – Appena può essere utile , sarebbe bene andare alla Caritas per dare una mano alla mensa. Se la mensa non c’è, niente proibisce che una domenica il gruppo scout offra da mangiare a tutti , compreso i poveri.